Per ripartire nel modo migliore occorrono solo gli strumenti giusti!

Quasi tutte le aziende, che abbiano un sistema informatico strutturato, hanno già in casa gli strumenti giusti per adottare il telelavoro e quindi di fatto sono “remote ready”, ma non lo sanno: in molti casi bastano pochi investimenti mirati per ottenere il massimo risultato.

Nella sua forma più semplice, l’operatore accede remotamente al proprio PC in azienda e lavora da casa come se fosse in ufficio. Ciò è possibile mediante l’uso di software di controllo remoto tipo Team Viewer, Any-Desk, VNC, ecc, oppure sfruttando utility messe a disposizione direttamente dal Sistema Operativo come Remote Desktop (disponibile nelle versioni Pro e Server di Windows).

In ambito smart working, la rete aziendale si espande oltre i tradizionali ambiti privati, per permettere connessioni esterne verso elementi vitali e potenzialmente riservati della propria struttura.
Di estrema importanza in tutto questo è la SICUREZZA DELLE COMUNICAZIONI con il riconoscimento degli operatori autorizzati e la confidenzialità dei dati trasmessi.
Tutto questo si traduce configurando una VPN (Virtual Private Network) tra l’utente remoto e l’azienda, grazie alla quale, l’utente entra a far parte della rete aziendale e può operare su di essa con l’unico limite rappresentato dalla più o meno lentezza del collegamento.
Ci si può collegare in Desktop Remoto al proprio PC e, se il sistema telefonico lo permette, si può remotizzare anche il proprio interno telefonico.

Per instaurare una VPN, è necessario che in azienda sia presente un dispositivo predisposto per questo servizio: un firewall, un router evoluto, oppure anche alcuni modelli di nas. Dal lato opposto, viene installato un software di connessione sul PC di casa o su quello fornito dall’azienda.
Per connettersi al computer aziendale infine, è necessario che quest’ultimo sia opportunamente configurato e che sia acceso.


Il distanziamento degli operatori comporta necessariamente una maggiore necessità di intercomunicazione tra due o più soggetti, che può avvenire nelle seguenti forme:
  • scritta: email, chat
  • vocale e visiva: telefonia, audio-conferenza, video-conferenza
  • condivisione di contenuti

Generalmente agli apparati e applicativi che sono già ampiamente utilizzati in ambito privato e di uso comune (cellulare, SMS, Whatsapp, Skype, posta elettronica, ecc) se ne affiancano altri di uso più specifico, che permettono, in alcuni casi, oltre alla videochiamata, anche la condivisione del desktop per una comunicazione più esaustiva tra i partecipanti (Microsoft Teams, Google Hagouts, Zoom, ecc).
Per la condivisione di contenuti possono essere utilizzati repositories aziendali, raggiungibili in VPN, oppure di terze parte quali DropBox, Google Drive o Microsoft OneDrive.

Se una azienda già utilizza una infrastruttura di comunicazione basata su una delle due principali suite orientate alla condivisione di contenuti che integrano posta elettronica, chat, audio e video conferenza, condivisione di contenuti quali Google GSuite e Microsoft Office365, ha già tutti gli strumenti pronti per affrontare e risolvere con serenità questo aspetto relativo allo smart working.

Come evidenziato, lo smart working è alla portata di tutte le aziende e, in molti casi, l’investimento è minimo.

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